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domenica 2 dicembre 2012

Risotto con melagrana, mandorle e primosale


Ultimamente, vista la stagione, vi sarà capitato di trovare in giro, durante la vostra spesa, un bel frutto di melograno... Di solito lo lascio lì, perché, anche se mi piace quel sapore fra l'aspro e il dolce, è un po' antipatico da pulire e mangiare. Ma stavolta mi hanno regalato questa bella melagrana e mi sono ingegnata per farci qualcosa di creativo. La ricetta che ne è venuta fuori è semplicissima nonostante l'apparenza da "nouvelle cuisine" e, visto il successo in casa, in poco tempo è stata già "sperimentata" più di una volta!

Risotto con melagrana, mandorle e primosale

(per due)
mezzo litro di brodo vegetale (non troppo salato, io ho usato il dado bio)
160 gr di riso da risotti tipo Carnaroli (come al solito aumentate la quantità se avete fame)
olio evo
un cipollotto
100 gr di vino bianco secco
20 gr di granella di mandorle
i chicci di un quarto di melagrana
30 gr di formaggio primosale

Tritate finemente la cipolla e fatela appassire in un filo d'olio evo in una casseruola da risotto. Quando inizia a dorare aggiungete il riso e girandolo spesso fatelo tostare bene per un paio di minuti. Bagnate con il vino e fatelo evaporare bene. Proseguite come al solito la cottura del risotto, aggiungendo mano a mano dei mestoli di brodo fino alla cottura. Nel frattempo tostate leggermente la granella di mandorle. A cottura ultimata spegnete il fuoco e mantecate il risotto con il formaggio primosale tagliato a dadini. Servitelo nei piatti cosparso con la granella di mandorle e i chicchi di melagrana... Verrà bellissimo e buonissimo! Buon appetito!

martedì 13 novembre 2012

The Pesto Project: spaghetti al profumo di menta e pecorino


Ebbene sì, lo confesso: questo è il piatto con il quale mi sto drogando spesso ultimamente, e che di conseguenza propongo con vanto e successo ai miei ospiti da qualche mese a questa parte.
L'accostamento menta e pecorino è piuttosto noto, soprattutto nella cucina laziale... in questo primo piatto è sublime. Inoltre la preparazione è piuttosto semplice, e il risultato è nettamente superiore alla difficoltà nel cucinarlo.
Per comodità io uso la menta essiccata del classico vasetto di spezie, ma ovviamente se recuperaste qualche fogliolina di menta sarebbe perfetto...

Prima di passare alla ricetta però, volevo salutare i miei nuovi amici di Passaparola, corso di italiano per stranieri... Questa ricetta è dedicata a Voi... Spero che da oggi mi seguirete!

Spaghetti con pesto di basilico e menta e scaglie di pecorino

(per quattro)
320 g di spaghetti
120 g di pecorino
300 g di pomodorini ciliegia
30 g di mandorle
un cipollotto
4 cucchiai di parmigiano
una puntina d'aglio
un filo di olio evo
un mazzetto di basilico
tre foglioline di menta o un pizzico di quella secca
sale q.b.

Lavate i pomodorini e tagliateli a spicchi. Tagliate il cipollotto a rondelle, doratelo in una padella larga con un filo d'olio evo, aggiungete i pomodori e cuoceteli a fuoco vivace per circa cinque minuti.
Frullate le foglie del mazzetto di basilico con la menta, un filo d'olio evo, una puntina d'aglio, le mandorle, il parmigiano e pochissima acqua fredda fino ad ottenere un pesto omogeneo.
Riducete a scaglie non troppo piccole ma sottili il pecorino (con una mandolina se ce l'avete, altrimenti con un difficile e attento lavoro di coltello).
Cuocete la pasta in abbondante acqua non troppo salata, scolatela al dente (tenete da parte un po' d'acqua di cottura, come sempre quando si tratta di pesto) e versatela nella padella con i pomodori. Aggiungete il pesto e una parte delle scaglie di pecorino e mescolate rapidamente (se la pasta dovesse diventare un po' collosa potete aggiungere un po' dell'acqua di cottura). Distribuite la pasta nei piatti e aggiungete in superficie le scaglie di pecorino rimaste... e ora gustatevi questa golosità... Buon appetito!

lunedì 5 novembre 2012

Riso alla messicana


Chiedo scusa. La mia lunga, esageratamente lunga, assenza dal blog è imperdonabile, ma un nuovo lavoro mi ha portato via tempo e forze, e devo ancora riequilibrare le mie giornate fra sveglie a orari improbabili, interminabili giornate fuori casa, stanchezza serale tipicamente senile. In tutto questo c'è una novità: dal prossimo giovedì affiancherò la conduttrice di un programma radiofonico di cucina, che si chiama "La Buona Forchetta" e va in onda ogni giovedì appunto, alle 18.30 e per mezz'ora, sulla web radio www.ryar.net Se vi va, prestate un orecchio magari!

Ma bando all'autopromozione e passiamo a questa ricetta tratta ancora una volta dalla salvifica serie di Quaderni di Cucina di Repubblica, per la precisione -di nuovo- dal quaderno numero 15 dal titolo "Cosa c'è in frigo stasera?"
E' una ricetta semplicissima che ha bisogno di ingredienti altrettanto semplici e comuni, fatta eccezione per due spezie particolari, il coriandolo e il cumino, che se non si cucina spesso non sono certo sempre disponibili in dispensa. Però devo ammettere che la prima volta l'ho fatto "all'italiana" più che "alla messicana", perché non ero fornita di entrambe le spezie, ed era buonissimo comunque... certo non c'è confronto con la versione "speziata", lo ammetto.

Riso alla messicana

(per due)
180 gr circa di riso Thai (o Arborio)
200 gr di polpa di pomodoro
mezzo litro di brodo (vegetale o di pollo in base alle vostre preferenze)
una piccola cipolla
uno spicchio d'aglio (io lo preferisco privato dell'anima)
olio evo (due cucchiai circa)
un pizzico di coriandolo fresco
un pizzico di cumino macinato
sale q.b.
pepe q.b.

Preparate il brodo come più vi piace. Frullate la polpa di pomodoro con l'aglio, il brodo, il cumino, il coriandolo e un pizzico di sale e pepe fino ad ottenere un composto omogeneo.
Tritate la cipolla e soffriggetela in un tegame con l'olio evo, aggiungete il riso e fatelo tostare per un paio di minuti. Unite il frullato e cuocete il tutto a fuoco molto basso per circa trenta minuti (ma assaggiate prima!). A questo punto il vostro riso dal gusto sudamericano è pronto, ma se volete potete completarlo con delle sottilissime rondelle di cipollotto... Buon appetito!

venerdì 14 settembre 2012

Pasta acqua e farina con peperoni cruschi e mollica croccante


Avete presente quella sorta di grossi peperoncini secchi che si notano appesi in collane in Basilicata, ma soprattutto in zona lucana...? No...? Vi faccio vedere una foto:


Si chiamano peperoni cruschi: sono dei peperoni tipici della zona lucana (di Senise se vogliamo essere precisi) piccoli e saporiti (e nonostante assomiglino molto ai peperoncini, non sono piccanti!) che vengono fritti dopo l'essicazione e poi venduti in buste o in "collane". Se non siete reduci da un viaggetto da quelle parti non è così facile trovarli altrove, ma nei negozi gastronomici un po' più forniti li potete trovare senza problemi, anche se un po' più cari (per chi è di Roma da Eataly o da Lucaneria, solo per citarne due dove sono sicura di averli visti, ma sono abbastanza certa che anche in posti tipo i vari Castroni sia più che probabile trovarli) o ancora più semplice online sul sito www.bottegalucana.it per esempio.

Dunque, con questo meraviglioso ingrediente è possibile preparare una pasta semplicissima e buonissima, che non ha bisogno di altri ingredienti particolari, della quale io vado (fin troppo) golosa. Nella mia foto potete vedere le orecchiette, perché occorre una pasta acqua e farina e io avevo a disposizione questa. In Basilicata l'ho vista fatta con i cavatelli, ma va bene la pasta acqua e farina in generale, quindi strascinati, foglie d'ulivo, etc...

Pasta acqua e farina con peperoni cruschi e mollica croccante

(per due)
-pasta acqua e farina (la quantità sta a voi)
-olio evo
-due spicchi d'aglio
-la mollica di due fette di pane casereccio (meglio se raffermo, ma va bene anche fresco)
-un pizzico di peperoncino
-6 peperoni cruschi

Scaldate in una padella quattro cucchiai di olio evo. Aggiungete il peperoncino e i due spicchi d'aglio interi. Quando iniziano a dorare, aggiungete la mollica di pane ridotta in briciole, e girate continuamente con un cucchiaio di legno per pochi minuti, fino a quando risulterà abbrustolita e croccante. Spegnete il fuoco e aggiungete i peperoni cruschi svuotati dei semi e ridotti in piccoli pezzetti.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, e tenete da parte una tazzina di acqua di cottura (il bianco dell'amido in superficie). Scolate la pasta e buttatela direttamente nella padella con il condimento, riaccendendo la fiamma al minimo. Mescolate bene, aggiungendo solo se necessario l'acqua di cottura se la pasta dovesse risultare troppo secca. Et voilà! E' già pronta per essere impiattata e servita! C'è chi una volta nel piatto aggiunge una grattugiata di ricotta salata, ma io la trovo perfetta così!

martedì 4 settembre 2012

Polpettone di tonno e patate


Bentornati a tutti! Penso ormai di poterlo scrivere per buona parte di Noi, tornati alle proprie città per ricominciare con la routine quotidiana... sigh. Il tempo di questi primi giorni di settembre non aiuta l'umore, perciò io mi ostino a postare una ricetta decisamente estiva sia per "temperatura" che per ingredienti, perché mi rifiuto di accettare la fine dell'Estate.
Dunque, del polpettone di tonno esistono varie versioni: con e senza patate, con vari tipi di erbe e spezie, con e senza pangrattato, con più o meno parmigiano, con l'aggiunta di vari ingredienti tipo olive, capperi, pomodorini, etc... e soprattutto c'è chi lo cuoce e chi no... Per ora mi limito ad andare sul sicuro, con la ricetta ereditata dalla mamma, semplicissima e veloce anche per chi di cucina mastica poco (perdonate il gioco di parole), sia in versione "a crudo" senza uovo, che in versione cotta con uovo. In seguito proverò e posterò tutte le variazioni. Accetto volentieri idee e suggerimenti.
Per quanto mi riguarda è una ricetta che appartiene alla categoria del "comfort food", ovvero quei piatti semplici e golosi che ti fanno sentire bene, e che ti coccolano un po' anche quando sei da sola. Sono capace di mangiarne quantità industriali!

Polpettone di tonno e patate (versione senza cottura)

(abbondante per due)
-240 gr d tonno
-tre patate grandi
-due cucchiai di parmigiano (o più se preferite)
-due cucchiai di maionese (che io odio, ma qui neanche si sente)
-una manciata di prezzemolo
-qualche cappero (se non vi piacciono potete eliminarli, ma non temete perché nell'insieme non risultano forti)

Sbucciate le patate e mettetele a bollire in acqua leggermente salata per una ventina di minuti (o comunque finché saranno cotte, ma non sfaldate). Nel frattempo scolate per bene il tonno dall'olio e spezzettatelo molto bene. Aggiungete due cucchiai di parmigiano (o anche di più se vi piace molto), il prezzemolo, la perfida maionese e i capperi tritati finemente. Una volta cotte e scolate bene le patate, schiacciatele e unitele al resto. Mischiate benissimo tutti gli ingredienti con un cucchiaio di legno o con le mani e formate un polpettone. Per tenerlo compatto potete aiutarvi con la pellicola per alimenti. Mettete il vostro polpettone in frigo per almeno un'oretta, dopodiché potrete tagliarlo a fette e servirlo come più vi piace... con maionese se vi piace farvi del male, con insalatina se siete più salutisti...

(versione con cottura)
Seguite la ricetta precedente, ma aggiungete agli ingredienti un uovo ed eliminate la maionese. Formate il polpettone avvolgendolo nella pellicola per alimenti e chiudete benissimo. Immergete il polpettone in acqua bollente per una decina di minuti e poi lasciatelo raffreddare. Anche qui, una volta tagliato a fette potete accompagnarlo come più vi piace... Anche senza niente se è una coccola per Voi! Buon appettito e ancora bentornati!

mercoledì 18 luglio 2012

Rotolini di pollo con sesamo e pomodori secchi


Bene, finalmente un altro secondo (anche se, come al mio solito, di pollo).
Sto iniziando a provare qualche ricetta dall'iniziativa di enorme successo de La Repubblica. Avete presente quella serie infinita di Quaderni di Cucina che si trovano in allegato da un po' di tempo con il quotidiano il venerdì e il sabato...? Esatto, proprio quelli. Io -ovviamente- li sto collezionando tutti (28). Ieri avevo in frigo e in dispensa ingredienti un po' a casaccio che non sapevo come legare fra loro. Ho l'illuminazione: il Quaderno di Cucina de La Repubblica n°15 si intitola "Cosa c'è in frigo stasera?" e lì ho trovato la soluzione. Beh, devo ammettere che ne è uscito fuori un piatto proprio buono, che abbiamo fatto fuori nel giro di qualche istante. Gli ingredienti sono identici, ho cambiato solo la procedura nel chiudere i petti di pollo perché non ci ho capito niente nella loro spiegazione, e questa l'avevo già sperimentata in un mio cavallo di battaglia (che non appena rifarò vi posterò). Inoltre, secondo la ricetta per formare la cremina del ripieno ci vorrebbe il frullatore a immersione, che io mi rifiuto di comprare e utilizzare perché mi fa tanto mamma alternativa e naturista che prepara pappe per bambini. La conseguenza è stata che il mio mixer ha tritato gli ingredienti senza però riuscire a renderli una salsa... beh, il risultato era squisito lo stesso.
Questi rotolini possono essere mangiati sia appena fatti (dopo il taglio risulteranno appena tiepidi), o direttamente freddi, quindi sono perfetti per questo periodo! Abbinamento perfetto: insalata.

Rotolini di petto di pollo ripieni di sesamo e pomodori secchi

(per due)
-4 petti di pollo abbastanza sottili
-50 gr di prosciutto crudo
-30 gr di pomodori secchi sott'olio
-30 gr di semi di sesamo
-una puntina d'aglio
-1/4 di bicchiere di vino bianco
-olio evo
-sale e pepe

Spezzettate i i pomodori secchi e frullateli insieme ai semi di sesamo, l'aglio e un cucchiaio di olio evo (con il frullatore a immersione se ce l'avete, se no va bene anche altro, vedi sopra la differenza). Spalmate i petti di pollo con questo composto, aggiungete delle striscioline di prosciutto (non esagerate o risulta salato!), arrotolateli come involtini e fermate con gli stuzzichini da denti.
Rosolate gli involtini in un tegame antiaderente con un filo d'olio, girandoli ogni tanto. Quando sono dorati aggiungete il vino bianco, salate, pepate, e coprite bene con un coperchio. Lasciate cuocere per una ventina di minuti a fuoco moderato.
Lasciateli intiepidire (o freddare) coperti, e poi tagliate a fette (non troppo sottili) gli involtini per ottenere i "rotolini". Serviteli cosparsi dal fondo di cottura (verrà fuori il classico sughetto buonissimo tipo arrosto!)... Sono buonissimi!

giovedì 12 luglio 2012

The Pesto Project: il trapanese


Era un po' che non postavo un pesto per ampliare il "progetto"... questo è uno dei miei preferiti, tipico siciliano. Siciliani doc mi hanno fornito varie ricette, tutte simili ma comunque diverse una dall'altra, e questa diciamo che è un "riassunto" fra le varie versioni che mi è piaciuto particolarmente, e che trovo piuttosto estivo. Per la presenza del basilico può ricordare il sapore del classico pesto alla genovese, ma ovviamente è ben diverso. Al solito quando si tratta di pesto non so darvi quantità esatte, ma come sempre piccole variazioni di quantità non cambiano la bontà!
La pasta più adatta sarebbero le cosiddette "busiate", ovvero una sorta di trenette siciliane, ma secondo la mia modesta opinione vanno benissimo sia le caserecce che i fusilli del tipo elicoidale che vedete nella foto.
Come già ho detto altre volte il pesto andrebbe fatto nel mortaio... ma chi ne ha voglia...? Quindi anche per questo uso il mixer avendo solo l'accortezza di mettere le lame in freezer una mezz'ora prima di usarle.

Pesto alla trapanese

(per due)
-50 gr di mandorle tostate e pelate
-una manciata di foglie di basilico
-una puntina d'aglio (variate le dosi in base alle vostre preferenze)
-un grosso pomodoro maturo
-olio evo q.b.
-pecorino/parmigiano grattugiato (variate le dosi in base alle vostre preferenze)
-sale e pepe

Sbollentate il pomodoro per pochi minuti, pelatelo, privatelo dei semi e tagliatelo a pezzetti. Mixate con le mandorle, una presa di sale, l'aglio, il basilico, una spolverata di pepe nero, un paio di cucchiai tra parmigiano e pecorino (come preferite) e un filo d'olio, che aggiungerete poco alla volta fino ad ottenere un pesto della giusta consistenza. Assaggiate ed eventualmente regolate il sale. Lasciate riposare mentre bollite l'acqua e cuocete la pasta al dente. Mi raccomando, come sempre conservate un po' di acqua di cottura della pasta (prendendo la parte bianca in superficie) per amalgamare bene se al momento di condire la pasta con il pesto dovesse risultare troppo "secca". Voilà! Il pesto alla trapanese è fatto... ed è davvero squisito! Buon appetito!

martedì 3 luglio 2012

E dalla Grecia... Tzaziki!


Considerata l'afa impietosa di questi giorni sono costretta a continuare con ricette fresche, che non prevedano l'uso di fornelli né piatti caldi. Questa è una famosissima ricetta greca che ho trovato in decine di versioni diverse, io ho optato per la più semplice. In Grecia ve la ritrovate praticamente dappertutto, da sola, in insalata, accanto a pesce e carne... Io ci ho fatto un semplice pinzimonio di verdure perché ho notato che oltretutto -se optate per lo yogurt magro- è anche dietetica! Come sempre è possibile sostituire a vostro piacimento gli ingredienti, a partire dallo yogurt: è preferibile quello greco perché è più denso -e ultimamente sono in commercio anche le versioni con meno grassi- ma ogni tanto io ho usato lo yogurt di Vipiteno a 0,1% di grassi, ed è venuto comunque molto bene. Altra sostituzione le erbette... c'è chi usa l'aneto, chi la menta, chi l'erba cipollina, chi l'erba aglina... Insomma, usate il vostro gusto! Il sapore verrà pur sempre molto delicato, nonostante la presenza di ingredienti piuttosto pesanti, quindi qualche altra pietanza di accompagnamento, che sia anche del semplice pane, ci vuole... Attenzione agli appuntamenti! C'è l'aglio!

Tzatziki

(per un piattino di salsa)
-un vasetto di yogurt bianco (non zuccherato)
-mezzo cetriolo
-una puntina d'aglio (se volete sostituite con erba aglina)
-un pizzico di menta
-un filo d'olio evo
-un filo di aceto bianco
-sale q.b.

Prima di tutto grattugiate il cetriolo e mettetelo a scolare in un colino. Nel frattempo frullate lo yogurt con una puntina d'aglio (o un paio di fili di erba aglina), un pizzico di menta, pochissimo olio, pochissimo aceto e pochissimo sale. Ottenuta la salsa strizzate bene il cetriolo grattugiato e aggiungetelo mescolando bene. Se vi piace decorate con un po' di erba aglina o di erba cipollina tritata finemente... e abbinate con ciò che preferite!

giovedì 21 giugno 2012

¡Cocina española! Ajoblanco


Con il caldo di questi giorni va da sé che debba proporvi qualcosa di fresco e facilissimo da preparare. In quanto a zuppe fredde gli spagnoli non si battono, quindi questa settimana aggiungo un'altra ricetta alla serie "cucina spagnola". Questa è un po' la versione "in bianco" del salmorejo che già vi ho proposto (vedi ricetta http://cucinoergomangio.blogspot.it/2012/03/cocina-espanola-el-salmorejo_16.html) anche se ovviamente non contiene il pomodoro. Non a caso è un'altra ricetta tipica di Cordoba, e io come al solito vi propongo rigorosamente la ricetta originale dal mio fidato "300 Recetas de Cōrdoba". Andrebbe servita con acini di uva bianca e pezzetti di mela verde, ma a mio modesto parere la mela da un sapore davvero troppo acidulo e quindi vi suggerisco di limitarvi all'uva.
Le porzioni sono piuttosto abbondanti per due persone, e la quantità può essere trasformata in un antipasto per quattro. E' davvero squisita, l'importante è che non abbiate un appuntamento importante in vista perché l'aglio potrebbe darvi qualche noia...

Ajo blanco cordobés

(abbondante per due o antipasto/assaggino per quattro)
-75 gr di mandorle non tostate senza buccia
-100 gr di mollica di pane bianco
-mezzo spicchio d'aglio
-abbondante olio evo (1/4 di bicchiere circa)
-1 cucchiaio di aceto
-mezzo litro d'acqua circa
-sale q.b.
-uva bianca
Bagnate e strizzate la mollica di pane. Frullatela con le mandorle, il mezzo spicchio d'aglio, l'olio evo, l'aceto e una presa di sale. Aggiungete poco alla volta l'acqua fredda fino ad ottenere una crema né troppo liquida né troppo densa. Se l'idea vi piace servite la crema distribuendo sulla superficie gli acini d'uva tagliati a metà e privati dei semi o, ancora meglio, ridotti a cubetti. Squisita. Buen provecho!

mercoledì 13 giugno 2012

Crema di fave


Forse una crema di legumi può sembrare non proprio adatta al clima caldo di questi ultimi giorni, ma volevo sfruttare gli ultimi giorni di disponibilità delle fave fresche (che -come ormai avrete capito- io adoro) prima che finisca la loro stagione e io debba ricominciare ad accontentarmi di quelle surgelate (che oltretutto non sono così facili da trovare). Comunque: questa cremina è molto leggera ed è squisita anche tiepida, quindi niente paura!

Cremina di fave

-circa 300 gr di fave fresche (già tolte dal loro baccello)
-una cipolla
-peperoncino
-aglio (ma meglio ancora due fili di erba aglina)
-brodo vegetale (circa 250 ml)
-olio evo
-pepe se piace

Preparate un leggero brodo vegetale. Nel frattempo sbollentate le fave per una decina di minuti in acqua leggermente salata. Lasciatele raffreddare o raffreddate con acqua fredda, e poi sbucciatele (la pellicina verrà via con una leggera pressione). In una padella capiente dorate la cipolla tritata in olio evo insieme a una punta di peperoncino (se non avete l'erba aglina da frullare più tardi aggiungete ora anche un paio di spicchi d'aglio interi). Aggiungete le fave e lasciate insaporire per un paio di minuti. A questo punto togliete l'aglio (se invece usate l'erba aglina unitela ora alle altre cose da frullare) e frullate tutto aggiungendo poco per volta il brodo, fino a formare una cremina né troppo liquida né troppo densa. Mettetela nei piatti e aggiungete una macinata di pepe se vi piace e un filo d'olio evo... Squisita!

venerdì 1 giugno 2012

Salmone facile facile


Chiedo come al solito scusa a coloro che non amano il pesce, ma ogni tanto una ricettina per noi amanti ci vuole! Questa è davvero semplicissima che più semplice non si può, anche perché i filetti di salmone (tipo quelli dell'ikea per intenderci) vengono bene in qualunque modo, e questa è solo una delle tante idee per aggiungere "un tocco in più"! E' veloce, estiva, buona! Se non avete in casa la bottiglietta di salsa di soia, rubate una bustina durante una delle vostre "visite" al ristorante giapponese, o cinese, o vietnamita... Insomma qualche bustina tenetela sempre in casa!

Filetti di salmone facili facili al sesamo e limone

(per due)
-2 o 4 filetti di salmone (a seconda della vostra fame)
-olio evo
-salsa di soia
-semi di sesamo
-limoni (possibilmente non trattati)

Ungete leggermente con pochissimo olio evo una teglia da forno. Spennellate i filetti di salmone con la salsa di soia (pochissima!), passate il lato superiore dei filetti nei semi di sesamo e fateli aderire. Lavate bene i limoni, tagliateli a fettine sottili, mettete un po' di fettine sul fondo della teglia e adagiate sopra i filetti dalla parte priva di sesamo, e "circondate" i "lati" di filetto rimasti "liberi" con le fettine di limone rimaste.
Infornate in forno preriscaldato a 180° per una decina di minuti e... voilà! Lasciate intiepidire, aggiungete un filo d'olio evo e il piatto è pronto! E non dimenticate un buon vino bianco bello freddo!

venerdì 25 maggio 2012

Pomodorini ripieni di ricotta e parmigiano


Era un po' che non postavo una ricetta fredda veloce e semplice, perfetta per la stagione e soprattutto ideale se non si ha voglia di perdere tempo ai fornelli anche per l'antipasto. Un finger-food facilissimo da preparare, con ingredienti che piacciono un po' a tutti, e soprattutto velocissimo!

Pomodorini ripeni ricotta e parmigiano

(antipasto per quattro)
-12 pomodorini (ciliegino o perini)
-100 gr di ricotta (di pecora per una sapore leggermente più deciso altrimenti vaccina)
-due cucchiai di parmigiano grattugiato
-qualche fogliolina di basilico tritata
-un pizzico di sale
-una tritata di pepe se piace
-un filo d'olio evo

Tagliare a metà i pomodorini, svuotateli con un piccolo cucchiaino o con uno scovolino per melone, e metterli a sgocciolare capovolti su carta assorbente. Nel frattempo preparate il ripieno. Con una forchetta amalgamate la ricotta con tutti gli altri ingredienti: il parmigiano (del quale potete aumentare la dose se vi piace), il basilico tritato, il sale q.b., una tritata di pepe se vi piace e un filo d'olio evo. Quando il composto sarà cremoso riempite i pomodorini tagliati a metà (nella foto, per farli stare "in piedi" ho tagliato leggermente le estremità)... Se volete potete decorare o con mandorle tritate, o con scaglie di parmigiano o con un po' di basilico... Perfetti per stuzzicare l'appetito!

lunedì 14 maggio 2012

¡Cocina española! Ceci con uvetta e pinoli



Altra idea rubata nei magnifici tapas bar spagnoli... Questa in particolare, riprodotta in maniera abbastanza somigliante, mi è capitato di mangiarla a Barcellona in più di un posto, e l'ho trovata squisita. In Italia l'ho riproposta ad amici e parenti diverse volte, ed è stata sempre un successo. E siccome è facile da preparare, una confezione di ceci già lessati in casa non manca mai!

Ceci ripassati in padella con cipolla, uvetta e pinoli

-una confezione di ceci già lessati
-una cipolla
-una manciata di pinoli
-una manciata di uvetta
-olio evo
-prezzemolo
-uno spicchio d'aglio
-un goccio di aceto balsamico

Scaldate un filo d'olio evo in padella e fateci appassire la cipolla tritata e lo spicchio d'aglio (in realtà quando ho mangiato questo piatto a Barcellona l'aglio era tagliato a fettine...!). Quando le cipolle cominciano a dorarsi aggiungete i ceci, i pinoli, l'uvetta e un goccio d'acqua e fate cuocere con un coperchio per circa un quarto d'ora (ma controllate di tanto in tanto per evitare qualche ingrediente bruciato). Spegnete il fuoco, aggiungete il prezzemolo tritato e un goccio di aceto balsamico, mescolate e aspettate qualche minuto prima di servire... Sono perfetti tiepidi, ma sono buonissimi anche freddi a temperatura ambiente! Solo un piccolo accorgimento: se usate i ceci biologici, solitamente sono meno salati, quindi dovrete aggiungere un pizzico di sale durante la cottura... Buon appetito!


martedì 1 maggio 2012

Variazioni sul tema. Mini-cake versione 1° Maggio: fave e pecorino!


Vi avevo detto no che la base della ricetta per i mini-cake può essere insaporita praticamente con qualunque ingrediente...? Perfetti da portare in gita, questa versione che definirei "1° maggio" è senz'altro una delle mie preferite. Come vi avevo detto anche per la ricetta precedente dei mini-cake, potete fare anche un unico plum-cake da tagliare poi a fette, basta solo triplicare le quantità e aumentare i tempi di cottura.
Mi rendo conto che l'abbinamento fave-pecorino ripete un po' quello dell'ultima ricetta postata, ma questo è il periodo più adatto, e io adoro entrambi gli ingredienti! Come vi avevo scritto anche nella ricetta precedente, sbollentare le fave per poi togliere la buccia è un po' antipatico, quindi se le trovate comprate almeno quelle già tolte dal baccello, in modo da evitare la doppia "sbucciatura"... oppure, se proprio siete pigri, potete addirittura comprare quelle già lessate in barattolo... Ça va sans dire, non sono la stessa cosa...

Mini-cake fave e pecorino

(per una decina di mini-cake)
60 gr di farina
1 uovo
35 ml di latte
35 ml di olio
4 gr di lievito non zuccherato (tipo mastro fornaio)
35 gr di pecorino
35 gr di fave
pepe q.b.
un pizzico di sale

Sbollentate le fave in acqua leggermente salata, scolate, lasciatele raffreddare o passatele sotto l'acqua fredda, e togliete la buccetta che verrà via con una leggera pressione. Sbattete l'uovo insieme al latte e l'olio. Aggiungete poi la farina setacciata, il lievito, e poi il pecorino, le fave sbucciate, un po' di pepe e un pizzico di sale. Mescolate bene e riempite dei pirottini per 3/4 (se moltiplicate per tre la quantità, potete usare un unico stampo da plum-cake se preferite).
Infornate per 20' minuti circa a 180° in forno pre-riscaldato (o 50' minuti in caso di plum-cake unico), ma fate la prova dello stecchino prima di sfornare. Lasciate raffreddare su una graticola e gustateli o tiepidi o freddi. E buon 1° Maggio a tutti... a chi il lavoro ce l'ha e oggi si riposa, a chi ce l'ha precario ed è costretto a lavorare in un giorno di festa, e a chi non ce l'ha e spera di trovarlo...

venerdì 27 aprile 2012

Spaghetti cacio e pepe su passatina di fave


Un abbinamento tanto ovvio quanto geniale, rubato come spesso accade a Sigrid Verbert, sul suo già citato blog www.cavolettodibruxelles.it
Tutti i romani conoscono (ma il resto d'Italia non credo sia da meno) la classicissima "cacio e pepe", ovvero pasta condita con abbondante pepe e pecorino. Così come è altrettanto noto un altro consueto abbinamento tipico del 1° maggio, ovvero fave e pecorino da "piluccare" durante la giornata di festa (e per quanto mi riguarda anche nei giorni precedenti e successivi!). Beh, questo primo piatto mette insieme questi due classici semplicissimi, e -non l'avrei mai detto- ne viene fuori una ricetta che oserei definire "gourmet", tanto che ero molto incerta se condividere questo piccolo, semplice, ovvio, sublime segreto con voi... Premiate la mia generosità provando e commentando!
Se proprio devo trovare un neo alla ricetta, è l'antipatia nel dover sbollentare le fave per poi sbucciarle... ma una volta bollite in effetti la buccetta viene via facilmente, e ho notato che molti fruttivendoli o supermercati vendono confezioni o sacchetti di fave fresche già tolte dal loro baccello, altrimenti la doppia pulitura rischia di diventare un po' troppo antipatica!
Al contrario di quanto si possa pensare, il condimento cacio e pepe, come tutti i condimenti dei primi piatti tipicamente romani, non è facile come sembra da realizzare. Ottenere la tipica cremina è un po' una magia, e io non so darvi le dosi precise... ma mi fido di voi buongustai!

Spaghetti cacio e pepe su passatina di fave

(per due)
140 gr circa di fave
un bicchiere di brodo vegetale
180 gr circa di spaghetti
abbondante pecorino romano grattugiato (almeno due belle manciate)
una generosa macinata di pepe
un filo d'olio evo

Preparate prima la passatina di fave. Sbollentate le fave per una decina di minuti in acqua leggermente salata e nel frattempo preparate un bicchiere circa di brodo vegetale (così poco si prepara in un attimo!). Scolate le fave, lasciatele raffreddare o raffreddatele con acqua fredda, sbucciatele (la buccia verrà via facilmente con una leggera pressione), e frullatele aggiungendo il brodo vegetale poco a poco, fino ad ottenere una cremina né troppo densa né troppo liquida.
Cuocete in acqua leggermente salata gli spaghetti (tenete da parte un po' dell'acqua di cottura, la parte bianca dell'amido), e senza scolarli troppo trasferiteli in un recipiente dove li mescolerete in fretta e energicamente con abbondante pecorino grattugiato, una generosa macinata di pepe, un filo d'olio evo e un goccino dell'acqua di cottura della pasta. Un volta formata la famosa cremina, mettete la passatina di fave sul fondo del piatto e "posate" sopra i vostri spaghetti cacio e pepe... La ricetta è semplicissima, ma il risultato è favoloso, lo capirete alla prima forchettata di pasta "intingolata" nella passatina!

venerdì 20 aprile 2012

Cereali con carote, zucchine, cipollotti, basilico e pecorino


Ottima ricetta per la primavera -nonostante il tempo di questi giorni non ispiri particolarmente- perché da fredda è decisamente più buona. Ho preferito un titolo così lungo per invogliarvi un po' nella lettura della ricetta che all'apparenza potrebbe sembrare un po' troppo "salutista" e quindi forse poco gustosa... beh, non è così! E' una combinazione buonissima! Un'altra di quelle ricette da "vediamo che rimasugli ho nel frigo e in dispensa che così faccio un po' di pulizia"... Una zucchina qua, una carota là, un cipollotto su, un po' di basilico giù, il pezzetto di pecorino rimasto in fondo alla scatola dei formaggi, quella confezione di cereali aperta e mai finita... Insomma: economico, buono e sanissimo! Ho provato questa ricetta con ogni tipo di base: farro, orzo, bulgur, cous cous, riso integrale, misto legumi e cereali del biologico... Secondo me la versione migliore è con il farro (o con una pastina molto piccola di farro) oppure con il bulgur (quello nella foto, che dovrebbe essere grano e frumento integrale spezzato, ormai si trova dappertutto), ma ogni base è adatta. Fondamentale secondo me -purtroppo per chi non ama avere ingredienti particolari in casa- è la salsa di soia per dare quel bel sapore al tutto, ma potete rubare le bustine monodose dal ristorante giapponese!
Fatene un bel po', perché va via in un attimo e in grande quantità! Provatela!

Cereali con zucchine, carote, cipollotto, basilico e pecorino

(per due)
200 gr di cereali (da qui useremo come esempio il farro)
un filo d'olio evo
un cipollotto
due piccole zucchine
due carote
un cucchaio di salsa di soia
un'abbondante manciata di basilico
pecorino
pepe se piace

Cuocete il farro in acqua salata, scolatelo leggermente al dente, conditelo con un filo d'olio per non farlo attaccare, mescolate e lasciate raffreddare.
Nel frattempo affettate sottilmente il cipollotto, tagliate a pezzetti le zucchine e a julienne con una mandolina le carote (devono essere tagliate più sottili perché ci mettono di più a cuocere rispetto alle zucchine). Fate scaldare un filo d'olio (pochissimo davvero!) in una padella piuttosto larga, e mettete a cuocere insieme cipollotto, zucchine e carote. Coprite con un coperchio (controllando e girando spesso per evitare che le verdure si brucino) e verso la fine cottura (ci vorrano una decina di minuti circa, assaggiate le carote per controllare) aggiungete un cucchiaio di salsa di soia, mescolate e fate evaporare. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare anche le verdure. Mescolate il farro con le verdure, aggiungete il basilico tritato, abbondanti scaglie di pecorino (non grattugiato, a scaglie!), un filo d'olio evo a crudo, e se vi piace una macinata di pepe. Lasciate riposare in frigo per una mezz'ora o, se lo preparate molto prima, tiratelo fuori dal frigo un bel po' prima di mangiare, non dev'essere gelido! Date un'ultima mescolata e... buon appetito!

venerdì 13 aprile 2012

The Pesto-Project: pistacchi!


Ecco un'altra idea (a dir la verità non troppo originale) per condire il formato di pasta che più preferite con un gustosissimo pesto! Questo è forse uno dei più semplici, perché assomiglia molto al classico pesto di basilico, con l'ovvia sostituzione dei pinoli con i pistacchi... Però come tutti i pesti (ed è -come dico sempre- il loro bello) ci si può divertire parecchio nell'aggiungere e variare gli ingredienti... per esempio potete aggiungere una puntina d'aglio, oppure un pochino di ricotta fresca, o ancora aggiungere qualche erbetta aromatica particolare come la maggiorana, sostituire il parmigiano con altro formaggio, aggiungere qualche gheriglio di noce... insomma fate voi, io come sempre vi do gli ingredienti base (rigorosamente senza quantità precise, come ogni mia ricetta di pesto che si rispetti prevede -la bontà non cambia!-), con una piccola precisazione: i puristi suggeriscono anche di sbollentare i pistacchi per poi togliere la pellicina che li ricopre una volta tolto il guscio... A me sembra un lavoro improbo, quindi di solito li trito anche con la buccia dopo averli "sgusciati", quando proprio non sono del tutto pigra e compro addirittura quelli già senza guscio... anche se quelli appena "sgusciati" sono senz'altro più buoni perché più "croccanti". Un altro accorgimento: in realtà il pesto -come tutti ben saprete- andrebbe fatto con il mortaio e non con il mixer. Perché...? Perché le lame si riscaldano e tirano fuori la parte più oleosa della frutta secca, del basilico, etc... Quindi, se volete fare i "precisetti", prima di tritare mettete la lama del vostro mixer nel freezer per un po'... a meno che non siate così virtuosi da darvi davvero da fare con il mortaio.

Pesto di pistacchi

(per due)
-quattro cucchiai di pistacchi
-una manciata di basilico
-un cucchiaio di parmigiano (ma aumentate la quantità se al primo assaggio il vostro palato ne sente il bisogno)
-un pizzico di sale grosso
-olio evo

Inserite nel mixer il basilico, i pistacchi, qualche grano di sale, il parmigiano e un filo d'olio evo e frullare. Assaggiate e aggiustate di sale e parmigiano. La consistenza dev'essere cremosa, ma come vi suggerisco sempre, per evitare di aggiungere troppo olio amalgamate anche con il liquido di cottura della pasta (la parte bianca dell'amido), e tenete comunque un po' del liquido da parte per quando condirete la pasta nel caso vi sembri troppo "secca". Buon appetito e... aspetto suggerimenti!

sabato 7 aprile 2012

Sfoglia con pomodori, pesto e caprino


Questa è una buonissima idea per festeggiare la Pasqua o per portarsi dietro qualche squisitezza durante la gita di Pasquetta. Non è molto veloce da realizzare (ma siete in vacanza no?!) però è facile e buonissima, con quel ripieno dei pomodori così cremoso, ideale in questa stagione un po' più caldina... peccato che sparisca in un attimo! La ricetta l'ho rubacchiata da un numero della rivista Sale&Pepe di quest'estate, non ricordo esattamente quale... Per evitare di renderla troppo lunga e complicata consiglio di comprare sia la pasta sfoglia che il classico pesto di basilico già pronto... ma se siete proprio bravi e pazienti potete fare o l'una o l'altra o addirittura entrambi fatti in casa... ma non esageriamo eh! Se il caprino ha un sapore troppo forte, può essere tranquillmente sostituito con il quartirolo.

Sfoglia con pomodori ripieni al caprino e pesto

un rotolo di pasta sfoglia
10 pomodorini perini
200 gr di formaggio caprino o quartirolo
un cucchiaio di parmigiano grattugiato
un cucchiaio di pecorino grattugiato
un cucchiaio di pesto
un pizzico di origano (ma se lo trovate pesante potete rinunciare)
olio evo
sale e pepe

Incidete la buccia dei pomodori e sbollentateli per un solo minuto in acqua leggermente salata. Una volta scolati e raffreddati, pelateli, tagliateli in due nel senso della lunghezza, eliminate i semi e lasciateli capovolti su carta assorbente per un quarto d'ora circa.
Sbriciolate il formaggio in una ciotola, unite il pecorino e il parmigiano, un pizzico di origano, sale, pepe e un filo d'olio, e amalgamate bene gli ingredienti. Con questo composto farcite i pomodori.
Mettete la sfoglia con la stessa carta da forno della confezione in una teglia, bucherellate in più punti con la forchetta e spennellatela con il pesto. Distribuite i pomodori con il ripieno verso il basso e ripiegate il bordo della sfoglia facendolo aderire ai pomodori più esterni. Infornate per 30 minuti a 200° e lasciate raffreddare, infine aggiungete se vi va un altro pizzico di origano... è più facile di quanto sembri! E soprattutto è golosissima! Buon appetito e... BUONA PASQUA!

lunedì 2 aprile 2012

Pollo alle mele e curry


Dopo la ricetta di pesce, ecco accontentati gli amanti della carne, anche se come al solito le mie ricette "carnivore" si limitano alla carne bianca. Questa è una ricetta dal vago sapore orientale, non tanto per l'abbinamento tra carne e frutta che si trova ogni tanto anche nella nostra cucina, quanto per la presenza del curry che -anche se non copre gli altri sapori, non temete!- da un gusto particolare al tutto. E' semplicissima e viene sempre bene. In realtà ne esistono molte versioni, ma fra le varie provate questa è senz'altro quella che preferisco.

Pollo alle mele con curry, uvetta e pinoli

(per due porzioni abbondanti)
300 gr di petto di pollo
una mela verde o una gialla non troppo matura
farina
una cipolla
un filo d'olio evo
circa mezzo litro di brodo vegetale bollente
una manciata di uvetta
una manciata di pinoli
curry

Mettete a bagno l'uvetta in acqua calda. Tagliate a strisce o a cubetti non troppo piccoli il petto di pollo, e infarinatelo. In un largo tegame fate dorare la cipolla affettata sottilmente in un filo d'olio, poi aggiungete i pinoli e i pezzetti di pollo infarinati. Fate dorare il pollo per qualche minuto, poi aggiungete il brodo bollente fino a coprirlo per circa tre quarti. Cuocete per circa dieci minuti girando ogni tanto (se il brodo si rapprende troppo, aggiungetene mano a mano qualche altro cucchiaio), infine aggiungete la mela tagliata a cubetti, l'uvetta, e una bella spolverata di curry e fate cuocere per un'altra decina di minuti, fino a che il brodo evaporando abbia formato una bella cremina. Lasciate riposare per qualche minuto (non mangiatelo bollente o si perdono i sapori!), date un'ultima mescolata e servite. Buon appetito!


sabato 31 marzo 2012

Una gita (gourmet) a Firenze


Appena tornata da due giorni a Firenze per questioni di lavoro, invece che postarvi la solita ricetta (ma rimando solo fino a domani!) posto per la prima volta dei consigli. Il ristorante Cibrèo e il suo chef stellato Fabio Picchi non hanno certo bisogno di presentazioni o del mio misero giudizio... E comunque in questo momento storico non potevo permettermelo, anche se sono certa ne sarebbe valsa la pena, e così, per non rinunciare del tutto ai piccoli capolavori di Picchi, ho "ripiegato" sull'adiacente trattoria che porta lo stesso nome, meglio nota fra i fiorentini come "Il Cibrèino", ed è stata come immaginavo una magnifica esperienza, ad un prezzo più che ragionevole. Quindi se vi capita di passare da quelle parti, cercate di ritagliarvi un po' di tempo per vagare fra i quattro luoghi del "piccolo impero" di Picchi (peraltro in un quartiere pieno di vita notturna). Infatti oltre al ristorante e alla trattoria, nello stesso stabile si trova anche il Caffè Cibrèo per ricche colazioni mattutine e lunch di mezzogiorno, e di fronte il Circolo Teatro del Sale per pranzi, cene, aperitivi e spettacoli.

Come vi dicevo, volevo provare la cucina di Picchi ma il conto in banca mi ha gentilmente chiesto di soprassedere. Lasciamo perdere a maggior ragione anche la pluristellata Enoteca Pinchiorri dunque. Ma la mia gola è stata più furba, si è informata, e ha optato per la trattoria Cibrèo, dove la cucina ha la stessa cura per la scelta degli ingredienti e la preparazione del ristorante ma a prezzi molto più abbordabili. In sequenza abbiamo assaggiato una magnifica crema di zucca con amaretto, uno sformato di ricotta e verdura su una salsa al pomodoro che mi ha fatto commuovere, una mousse di baccalà da applauso e stoccafisso mantecato da lacrime. Non saprei quale scegliere, tutti meravigliosi. D'altronde credo che il menu cambi spesso quindi sarebbe piuttosto inutile consigliare un piatto piuttosto di un altro, gusti a parte. Peccato che a quel punto eravamo sulle soglie dell'esplosione, e quindi non ho avuto il coraggio di prendermi il dolce. Ma vi assicuro che fino a quel momento è stato tutto perfetto. Quattro piatti gourmet, due bicchieri di buon Chianti (uhm... mi ricorda un certo Hannibal questa frase...) e una bottiglia d'acqua per 53 euro... Però ribadisco, niente dolce.
Segnalo inoltre l'enorme pazienza nello spiegare i piatti, gli ingredienti e le cotture, e una particolarità: alla trattoria non si accettano prenotazioni. Si arriva e se c'è posto ci si siede, altrimenti si aspetta (noi pur di sederci subito abbiamo condiviso il tavolo con una famiglia coreana!). Giovedì sera non c'era molta fila, ma nei weekend starei attenta...
Vi segnalo solo l'indirizzo perché per l'appunto il telefono non c'è...

Cibrèo Trattoria
via dei Macci, 122/r (quartiere Santa Croce)
chiusura Lunedì e Domenica
Coperti 30 circa
http://www.edizioniteatrodelsalecibreofirenze.it/



Altra breve segnalazione: per uno spuntino con "i migliori panini di tutta Firenze" (cito la Lonely Planet), magari non proprio economico ma in un ambiente carino e con ingredienti gourmet, un buon bicchiere di vino, sopra una botte adibita a tavolino, vi consigli 'Ino, in una piccola via proprio dietro gli Uffizi. Ho provato il panino con tapenade di olive al forno e pesce azzurro, pecorino al pesto e pomodori secchi e quello con porchetta di tonno (!), entrambi eccezionali. 8 euro ciascuno... sì, un po' cari... ma in fondo concedersi un piccolo lusso durante una breve vacanza o fra gli impegni di lavoro ci vuole proprio!

'Ino
via dei Georgofili, 3r (dietro gli Uffizi)
orario 11:00-17:00
http://ino-firenze.com/

A domani con una nuova ricetta!

venerdì 23 marzo 2012

Spigola tricolore


Torna un piatto di pesce, e mi scuso con coloro che non lo amano troppo... ma ogni tanto un secondo di pesce ci vuole proprio... rende più raffinato il blog!
Scherzi a parte, è un piatto all'apparenza molto raffinato, in realtà dalla realizzazione semplicissima e rapida, senza abbinamenti azzardati o procedimenti complicati, rubato come spesso accade dal sito della rivista La Cucina Italiana. Spero che il buon risultato mi farà perdonare per la foto orrenda... Giuro, comprerò presto una guida a Photoshop per dummies!

Spigola (o branzino che dir si voglia) tricolore

(per due)
- filetti di branzino (400-500 gr)
- 25 gr circa di insalatina mista (tipo rucola e lattughino)
- 2 pomodori (o una decina di pomodorini)
- un cucchiaio di pinoli
- olio evo
- sale e pepe q.b.
- peperoncino se vi piace

Tagliate a listarelle l'insalatina e fatele stufare in un filo d'olio caldo con un pizzico di sale, un cucchiaio d'acqua e una punta di peperoncino se lo gradite. Spegnete e frullate fino ad ottenere una salsina verde.
Tagliate i filetti in piccoli tranci, metteteli in una pirofila e conditeli con un filo d'olio evo, sale e pepe, e infornateli per 5' a 250°. Intanto sbollentate per un minuto i pomodori, pelateli e tritateli in piccoli pezzettini (la cosiddetta concassé) e fateli saltare per un minuto in padella a fuoco vivo con un filo d'olio caldo, un pizzico di sale e un cucchiaio di pinoli. Servite i filetti sulla salsa verde ancora calda, accompagnati dalla concassé di pomodoro... Bello e buono!

venerdì 16 marzo 2012

¡Cocina española! El Salmorejo


Ripubblico questa ricetta perché ho cancellato il post relativo per totale incapacità, e non volevo lasciare il blog senza questo piccolo gioiello che ha inaugurato il filone della cucina spagnola, in particolare del Sud della Spagna, che io adoro per la meravigliosa abitudine delle cosiddette tapas, piccoli e squisiti piattini con ogni ben di Dio da sbocconcellare a qualsiasi ora del giorno nelle "bodeguitas", che all'ora del tramonto in particolare riempiono le splendide vie piene di vita e di Sole di gente con un bicchiere di "cerveza" in mano.
Il salmorejo è una crema fredda di pane e pomodoro, fresca e squisita, che, strano a dirsi, si mangia con il pane benché lo contenga. Per questo motivo ogni tanto invece che in una ciotola lo metto in dei bicchierini per mangiarlo "al cucchaio" invece che accompagnato da ulteriore pane. La ricetta l'ho presa da un libro con foto più brutte delle mie comprato a Cordoba, ma ricettacolo della vera cucina del Sud della Spagna: "300 Recetas de Cōrdoba". Anche se la regina delle tapas è senz'altro Siviglia, il vero salmorejo è però "cordobès", e infatti la ricetta del libro è perfetta. La ricetta originale prevede di condire la crema con uovo e prosciutto, cosa che io non faccio mai, ma ovviamente vi fornirò rigorosamente le indicazioni del libro.

El salmorejo (cordobès)

-250 gr di pane raffermo (ma anche fresco va bene)
-3 pomodori
-uno spicchio d'aglio (ma potete ridurlo, io ne metto metà)
-un filo abbondante di olio evo
-aceto q.b.
-sale q.b.
-3 uova
-prosciutto crudo (ci andrebbe il magnifico jamòn serrano, altrimenti secondo me meglio rinunciare)

Nel frullatore (o robottino) mettete il pane (se troppo duro bagnatelo con acqua fredda), l'aglio, i pomodori sbucciati, l'olio, un pizzico di sale e un goccino di aceto, stando ben attenti a non eccedere con questi ultimi due ingredienti. Frullate bene fino ad ottenere una crema né troppo liquida né troppo densa ("mezcla fine y espesa"). Se necessario aggiungete altro olio evo, e assaggiate per aggiustare di sale. Lasciate in frigo se non consumate subito, e tirate fuori mezz'ora prima di mangiare. Per continuare con la ricetta originale: una volta posta nel piatto la crema ottenuta, ornare con le uova sode (dieci minuti in acqua bollente) tritate e cubetti di prosciutto crudo (di ottima qualità, ripeto). Servire la crema con un ultimo filo d'olio evo... y buen provecho!

sabato 10 marzo 2012

Polpettine di ricotta con mandorle, bottarga e limone


Altra idea facile e veloce rubata a Sigrid Verbert. Vi avevo già parlato di lei e del suo blog www.cavolettodibruxelles.it nel post http://cucinoergomangio.blogspot.com/2011/12/tartufini-iper-facili-caprino.html
Il libro da cui è rubata è sempre "easyfinger", e come tutte le altre ricette di finger food contenute in questo suo libro è delicata e buonissima... non temete quindi il sapore per alcuni troppo forte della bottarga, perché gli altri ingredienti lo "ingentiliscono" molto. Perfetta per antipasti, tavolate di finger food, nel brunch, etc...!
Unico appunto: la ricetta originale prevede di abbrustolire il pane e poi frullarlo... certo è possibile utilizzare direttamente il pangrattato (come ho provato a fare io in passato) ma il risultato cambia un bel po'... Buone comunque però!

Polpettine di ricotta con mandorle, bottarga e limone

(per una ventina di polpettine)
200 gr di ricotta vaccina
30 gr di mandorle (tritate)
20 gr di bottarga grattugiata
1 limone
2 fette di pane (o pangrattato per l'impanatura)

Abbrustolite le fette di pane e frullate fino ad ottenere una sorta di pangrattato.
Mescolate la ricotta con la bottarga grattugiata, la buccia grattugiata di mezzo limone e le mandorle tritate (consistenza: quasi farina). Con le mani bagnate formate delle palline e passatele nelle briciole di pane tostato... Voilà, già fatto!
Nella foto ho usato dei cucchiaini per posarle sul vassoio, ma vanno benissimo anche i pirottini per i piccoli dolcetti... Buon appetito!



mercoledì 7 marzo 2012

Risotto al sedano e limone


Questa è una ricetta che potremmo inserire nella categoria "devo svuotare il frigo, che mi invento con quello che ci trovo dentro..."? Non so se avete presente il gambo di sedano regalato dal fruttivendolo, il limone dimenticato in un angolo, l'ultima cipolla nel cestino, il pezzetto di parmigiano nella scatola dei formaggi... Ecco, questa ricetta è un'ottima idea per liberarsi di tutti questi "orfanelli". Oltretutto è perfetta per questi periodi di "crisi" perché è anche economicissima! Pensavo venisse fuori uno di quei sapori talmente "deboli" da rendere un po' insulso il piatto, invece il risultato ci ha davvero stupito, è venuto fuori un risotto delicato, dal sapore talmente fresco che potrebbe benissimo andar bene per una ricetta estiva! Mentre lo preparavo mi è venuto in mente che forse una buona variante potrebbe essere la sostituzione del limone con l'arancio... Proverò e vi farò sapere!

Risotto al sedano e limone

(per due)
200 gr di riso vialone nano (ma penso vada benissimo anche il carnaroli)
una cipolla
due gambi di sedano e loro foglie
un "sorso" di vino bianco
brodo vegetale (per questa quantità di riso ve ne serviranno circa 750 ml)
un limone (qualche goccia di succo e la buccia grattugiata di mezzo)
olio evo q.b.
sale q.b.
una nocetta di burro
un paio di cucchiai di parmigiano
pepe q.b.

Preparate il brodo vegetale e mantenetelo bollente. Tagliate a fettine sottili la cipolla; lavate, eliminate la filatura esterna e tritate i gambi di sedano, tenendo le foglie da parte. Dorate il sedano e la cipolla in un filo d'olio, poi aggiungete il riso e fatelo tostare per almeno 2 minuti, mescolando spesso. Sfumate con un "sorso" di vino bianco; una volta evaporato il vino, portate a cottura il riso aggiungendo poco a poco il brodo.
Nel frattempo, frullare le foglie di sedano con un pizzico di sale, qualche goccia di succo di limone e un filo d'olio evo, fino ad ottenere una sorta si salsina.
Una volta cotto il riso, spegnere il fuoco e mantecate con una noce di burro o un filo d'olio, la salsina, la buccia grattugiata di mezzo limone, due cucchiai di parmigiano e una spruzzata di pepe. Impiattate e... buon appetito!

venerdì 2 marzo 2012

Mini-cake salati!


Perdonate la lunga assenza, ma vari impegni di studio/lavoro mi hanno tenuta lontana non solo dal blog ma anche dalla cucina. Per farmi perdonare con grande dolore :) posto uno dei miei cavalli di battaglia, una di quelle ricette che suscitano sempre stupore e che in realtà riescono bene con facilità.  Questi piccoli bocconcini hanno l'enorme pregio di poter essere insaporiti con gli ingredienti che più amate, o che avete disponibili in quel momento in casa. Quelli nella foto sono insaporiti con un misto di pecorino/parmigiano, pomodori secchi e basilico (al quale potete aggiungere, per esempio, dei capperi, oppure usare uno solo dei due formaggi). Ma nel corso dei miei esperimenti ho usato ogni tipo di ingredienti: cavolfiori, curry, mandorle, nocciole, feta, fave, etc... Potete quindi utilizzare la ricetta base fatta da farina, uova, latte, olio e lievito, e poi aggiungere gli ingredienti che preferite! Comunque posterò altre ricette con "variazioni sul tema"...
Con le quantità della mia ricetta verranno fuori una decina di mini-cake... se il primo tentativo vi soddisferà moltiplicate esattamente x2 o x3 tutti gli ingredienti base, e se preferite potete fare un unico plum-cake da tagliare poi a fettine!

Mini-cake (stavolta con pomodori secchi, pecorino, parmigiano e basilico)

(per 10-12 mini-cake)
60 gr di farina
1 uovo
35 ml di latte
35 ml di olio
4 gr di lievito non zuccherato (il mastro fornaio per intenderci, non per fare pubblicità ché non me ne viene niente)
20 gr di parmigiano
15 gr di pecorino
40 gr di pomodori secchi
6-7 foglie di basilico
pepe q.b.
sale q.b. (ma solo se non usate ingredienti già salati di loro come pomodori secchi, pecorino, capperi, etc.)

Sbattete l'uovo insieme al latte e l'olio. Aggiungere poi la farina setacciata, il lievito, e poi i vari ingredienti: i formaggi grattugiati, i pomodori secchi tritati grossolanamente, il basilico tritato, un po' di pepe. Mescolare bene e riempire dei pirottini per 3/4 (se moltiplicate per tre la quantità, potete usare un unico stampo da plum-cake se preferite, ma non funziona altrettanto bene esteticamente parlando).
Infornate per 20' minuti circa a 180° in forno pre-riscaldato (o 50' minuti in caso di plum-cake unico), ma fate la prova dello stecchino prima di sfornare. Lasciate raffreddare su una graticola (tipo quella della foto) e gustateli o tiepidi o freddi! Buonissimi!

martedì 21 febbraio 2012

The Pesto Project: pesto di zucchine


Piano piano, moooooolto lentamente, state diventando leggermente più numerosi... e affiora anche qualche commento in più. Nel ringraziarvi per questi piccoli passi avanti, ecco un'altra ricetta di quello che ormai potremmo iniziare a chiamare "The Pesto Project"! I pesti possono essere fatti davvero con ogni tipo di ingrediente, il concetto fondamentale è mixare un ingrediente oleoso come la frutta secca ad una verdura e/o un'erba. In base a questo principio è possibile creare ogni tipo di abbinamenti... quindi aspetto con ansia i vostri suggerimenti e le vostre invenzioni! A questo proposito vi suggerisco un libro edito da Bibliotheca Culinaria: "Pesto! & condimenti veloci" di Joshua Clever. Ci sono buoni spunti da cui partire per poi modificare i pesti suggeriti come più ci piace, anche se ha un piccolo difetto abbastanza antipatico nei ricettari: ogni tanto inserisce ingredienti difficilmente reperibili nel market sotto casa quando si torna a orari improbabili dal lavoro. Ma questo è quello che trovo di bello nei pesti: sostituendo quantità e ingredienti si possono creare nuovi piccoli capolavori! Il discorso vale ovviamente anche per la ricetta che vi propongo: le zucchine hanno un sapore molto delicato, quindi se volete "insaporire" un po' di più il vostro pesto potete per esempio aumentare la quantità di basilico o di parmigiano, o sostituirlo con il pecorino. Un altro cambiamento potrebbe essere quello di saltare un po' le zucchine in olio e aglio prima di frullarle. Io le preferisco crude perché il sapore è più definito!

Pesto di zucchine

(per due)
una zucchina freschissima
una manciata di foglie di basilico
un cucchiaio di pinoli
un cucchiaio di parmigiano e/o pecorino (quantità che potete aumentare se preferite un pesto più saporito)
un pizzico di sale
una macinata di pepe
poche gocce di succo di limone
olio evo q.b.

Lavate e eliminate i capi della zucchina, poi fatela a cubetti e metteteli nel mixer (o quello che usate di solito per il pesto). Aggiungete tutti gli altri ingredienti e mixate, aggiungendo l'olio poco alla volta perché le zucchine sono acquose e quindi il pesto si ottiene senza aggiungere troppi liquidi. Basta avere come sempre l'accortezza di tenere da parte un po' del liquido di cottura della pasta (la schiumetta che si forma in superficie) nel caso -piuttosto improbabile- in cui l'amalgama fra pasta e pesto dovesse risultare "secco". Visto che le zucchine sono crude, amalgamate pasta e pesto per qualche secondo nella pentola su fiamma accesa. Una variante, come vi dicevo, -se siete "diffidenti" dalle zucchine crude- potrebbe essere qualla di saltare per pochi minuti le zucchine in olio e aglio prima di frullarle con gli altri ingredienti (avendo l'accortezza di eliminare l'aglio prima di mixare!). In ogni caso... Buon appetito!

martedì 14 febbraio 2012

Pomodorini ripieni di tapenade di tonno


Ebbene sì, è un po' che non posto una ricetta... Ma Voi non fate commenti, e a me passa la voglia... Però oggi è San Valentino, e ho deciso di perdonarVi... come si suol dire "il Santo paga", e quindi, visto che oggi è il mio onomastico, pago il dovuto con una ricetta facilissima e di sicuro successo, della categoria che preferisco, ovvero "Frullate tutto!", da proporre come antipasto bello da vedere e buono da mangiare! E' presa da un piccolo libriccino dal titolo lungo e piuttosto esemplificativo, considerando che me l'ha regalato proprio mia madre... "Il libro di cucina per le ragazze che non hanno imparato niente dalla mamma" di Nicole Seeman (ed. Magazzini Salani). Ironia del titolo a parte, è un piccolo libro con ricette facili e buone, senza ingredienti difficili da reperire o passaggi troppo complicati. La ricetta originale prevedeva semplici pomodori, ma per aumentarne l'estetica io li ho sostituiti con i pomodorini ciliegino, che ovviamente sono leggermente più antipatici nelle operazioni di "svuotamento" e "riempimento", perciò se preferite tornate alla ricetta originale dell'autrice e optate per dei pomodori un po' più grandini... inoltre ho dimezzato la quantità di olive previste nell'originale. Non mi resta che augurare un buon San Valentino a tutti gli innamorati, che lo festeggino o meno, e ai non innamorati che passino comunque una bella serata e... buon appetito!

Pomodorini ripieni di tapenade di tonno

(per due)
10 pomodorini ciliegino
50 gr di olive verdi denocciolate
una puntina d'aglio (ma se non lo gradite potete tranquillamente evitarlo)
un cucchiaio di capperi sott'aceto (anche in questo caso potete evitare se non gradite)
il succo di mezzo limone
una scatoletta di tonno al naturale da 80 gr (ma va bene anche quello sott'olio)
olio evo q.b.
20 scagliette di parmigiano

Lavate i pomodorini, asciugateli e tagliateli a metà. Svuotateli dei semi e del liquido (se non avete lo scovolino da melone che è l'ideale potete aiutarvi con un cucchiaino) e metteteli a sgocciolare su un piatto, rovesciati.
Nel frattempo frullate insieme il tonno sgocciolato, le olive, l'aglio, i capperi, il succo di limone, aggiungendo mano a mano l'olio che occorre per formare una salsa uniforme ma non troppo "liscia".
Farcite i pomodorini con la tapenade ottenuta.
Posate su ogni pomodorino farcito una scaglia di parmigiano (lo vendono già a scaglie, ma potete ottenerle facilmente con l'affettaverdure o il pelapatate).
Il finger-food è pronto... e vi assicuro che è buonissimo!
                                

lunedì 6 febbraio 2012

Crema di cannellini


Reduce da tre giorni surreali sotto la neve di Roma proprio in un weekend di lavoro, avevo intenzione di postare tutt'altra ricetta invece della solita ennesima crema. Ma l'incredibile (consentitemi l'aggettivo) evento di questi giorni mi costringe ad una ricetta da piumone caldo, per scaldare le mani mentre osservate gli ultimi bellissimi fiocchi sciogliersi sul vostro balconcino romano.
Al solito, queste creme si fanno tutte nel medesimo modo (e qualcuno mi farà di nuovo notare che ho l'abitudine di usare un po' troppo il mixer), e questa in particolare è stata un ottimo sistema per farmi mangiare una delle pochissime cose che non gradisco molto, ovvero i fagioli. Ho usato i cannellini per il loro sapore adattabile, ma immagino che volendo siano sostituibili con qualunque altro tipo di fagioli.

Crema di fagioli cannellini

-fagioli cannellini secchi
-una piccola cipolla
-carota e sedano (se li avete)
-olio evo q.b.
-un rametto di rosmarino
-sale e pepe q.b.

Mettete a bollire dell'acqua in una pentola. Se volete salatela ora (non troppo!) oppure aggiungete il sale più tardi quando la verserete sui fagioli. In un'altra pentola dai bordi piuttosto alti fate un soffritto con la cipolla, la carota e il sedano tritati finemente (o anche solo con la cipolletta). Appena inizia a dorare versate i fagioli, e ricopriteli d'acqua bollente (se non l'avete salata in precedenza salatela ora). Se vi piace, aggiungete ora in cottura il rametto di rosmarino. Lasciate in cottura finché i cannellini non risulteranno morbidi, del tutto cotti. Per questo -se non li avete presi a cottura rapida- ci vorrà davvero un bel po', quindi se li trovate preferite quelli a cottura breve, a meno che non prevediate di avere tempo a disposizione. Una volta cotti, scolateli conservando il liquido di cottura. Frullate ora i cannellini aggiungendo mano a mano un po' di liquido di cottura fino ad ottenere una crema non troppo liquida. Servite la crema con una macinata di pepe (se vi piace) e un filo d'olio evo a crudo... e godetevi quest'ultima neve!

lunedì 30 gennaio 2012

Tarallucci al vino!


Finalmente un'altra ricetta dolce. Non vado pazza per i dolci, a meno che non siano dei veri e propri capolavori di equilibrio. Se proprio devo scegliere, preferisco la pasticceria secca, e in particolare queste ciambelline mi fanno l'effetto delle ciliegie: uno tira l'altro! Per chi è del centro Italia è un sapore ben noto: è il classico biscotto da "pucciare" (termine che credo sia del nord-Italia invece) nel vino bianco a fine pasto servito nelle trattorie, nelle locande e nelle "fraschette"... e che ha dato origine al modo di dire "finiamo a tarallucci e vino" che mette sempre d'accordo ogni discordia.
La ricetta è molto semplice e sana (senza burro e senza uova!), è solo un po' noiosetta perché formare i "vermicelli", arrotolarli, passarli nello zucchero e metterli sulla teglia è un procedimento un po' lungo... soprattutto considerando che poi spariscono alla velocità della luce nonostante la quantità! La ricetta che vi do comporta almeno un paio di infornate (forse dalla foto non sembra, ma sono dei tarallucci molto piccoli) quindi se non volete esagerare con le quantità vi consiglio di dimezzare le dosi... ma non si sa mai, perché creano davvero dipendenza!

Tarallucci al vino

400 gr di farina tipo 00
un bicchiere di zucchero (io uso quello di carta riempiendolo fino a un paio di cm sotto il bordo)
un bicchiere di olio di semi (idem come sopra)
un bicchiere di vino bianco secco (idem come sopra)
mezzo cucchiaino scarso di lievito per dolci

Versate la farina su un piano, mettete al centro lo zucchero e create un "cratere" nella "montagnetta" di farina e zucchero. Nel "cratere" versate l'olio di semi, il vino e il lievito, e iniziate a impastare tutti gli ingredienti fino a formare una palla di pasta che risulterà morbida ed elastica.
Coprite una teglia con la carta da forno e mettete un po' di zucchero in una ciotolina.
Staccate un pezzetto di pasta per volta dalla palla e formate una cordicella di circa 1 cm di diametro, e tagliatela a pezzetti di circa 7-8 cm di lunghezza (oppure in base alla grandezza che preferite dei tarallucci, comunque ripeto: quelli nella foto sono piccolini). Formate un cerchio e unite le due estremità. Passate uno dei due lati delle ciambelline nello zucchero, e poi mettetele sulla teglia (anche abbastanza ravvicinate, non crescono molto) posandole sul lato non inzuccherato. Infornate in forno preriscaladato a 180° per un 25' circa, o comunque fino a quando i tarallucci non risultino dorati, e... resistete alla tentazione e lasciate raffreddare, perché sono più buoni sì appena fatti, ma non caldi!

Vino suggerito: moscato o passito di Pantelleria