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venerdì 30 dicembre 2011

Tartufini iper-facili: caprino, pistacchio e arancia


Allora, scommetto che molti/e di Voi forse non da oggi, ma sicuramente domani saranno impegnati con preparativi più o meno piacevoli per il cenone di Capodanno. Una buona soluzione che io adotto spesso in caso di pranzi/cene un po' più impegnativi (cenone o non cenone) è quella di preparare una certa varietà di finger food da sbocconcellare prima dei piatti principali, che sono più facili e veloci da preparare e fanno sempre una bella figura, sia per l'aspetto che per il sapore. Secondo la mia modesta opinione la regina di questi piccoli antipasti si chiama Sigrid Verbert, il suo sito è www.cavolettodibruxelles.it e fra i libri sinora pubblicati ce n'è uno in particolare che per l'appunto si chiama "easyfinger" che è una vera miniera di idee facili e veloci per piccoli antipasti. Lei è una food photographer eccezionale, quindi evitiamo confronti con le mie pessime foto amatoriali. Comunque: la ricetta velocissima che qui vi propongo è presa pari pari da questo libro. Nella foto che vedete ho sostituito il caprino quel giorno introvabile con la robiola, ma vi assicuro che non è una sostituzione altrettanto riuscita. La prima volta li ho fatti con il caprino e non c'è confronto, primo perché la robiola è troppo morbida per fare delle palline dalla forma decente, e secondo perché la ricetta ha bisogno di un formaggio dal sapore un po' più deciso, proprio come il caprino. Sigrid non sbaglia mai!

Tartufini di caprino, pistacchio e arancia

(per una ventina di tartufini)
200 gr di caprino fresco
100 gr di pistacchi al naturale
1 arancia
sale e pepe q.b.

Lavorare il caprino con una forchetta insieme alla buccia grattugiata di mezza arancia, un po' di sale e del pepe macinato. Con le mani bagnate formate delle palline che passerete nei pistacchi tritati grossolanamente (Sigrid Verbert suggerisce di tritarli al coltello, io l'ho fatto con il mortaio) premendo un po' per farli aderire bene. Ed è fatto! Sono già pronti!

martedì 27 dicembre 2011

La quiete dopo la tempesta: crema di zucchine


Innanzitutto buone feste a tutti, anche se un bel po' in ritardo! E poi volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno scritto di aver "propinato" durante queste feste qualcuno dei piatti (pochi) finora qui pubblicati... mi avete davvero fatto un grande onore! Oltretutto qualcuno mi ha anche suggerito qualche "aggiuntina" che secondo me potrebbe proprio migliorare il piatto... E questo è lo spirito che speravo ci fosse in questo blog, un vero "scambio"!

Ma veniamo al dunque: ci vuole poco ad indovinare che -chi più o chi meno- abbiamo tutti fatto un po' di "bagordi" in questi giorni, quindi era d'obbligo una ricettina un po' "salutista", ma che a me piace comunque moltissimo, e che non ci sta male con questo freddino... Vi ricordate quello che avevo scritto qualche post fa a proposito di creme, zuppe, etc... (se non ve lo ricordate andate a vedere il post sulla crema di lenticchie rosse) e cioè che si fanno un po' tutte nello stesso semplicissimo modo...? Ecco, questa ricetta ne è un'altra dimostrazione!

Crema di zucchine

(per due)
-tre zucchine romanesche (potete usare anche le altre, questione solo di gusti e di disponibilità quando fate la spesa)
-una patata (o più) dello stesso peso delle zucchine
-uno scalogno (o una cipolletta)
-olio evo
-un'abbondante manciata di basilico
-un bel cucchiaio di parmigiano (o anche due se vi piace)
-sale
-pepe (se piace)

In una pentola dai bordi alti lasciate dorare lo scalogno (o la cipolla) in un filo d'olio. Aggiungere le zucchine e le patate tagliate a pezzetti, date una mescolata e coprite di acqua bollente (già salata o salatela al momento, comunque non troppo!) superando di un dito le verdure. Lasciate cuocere per 10 minuti/un quarto d'ora, o comunque fin quando le patate non risulteranno cotte (provate a infilzarle con la forchetta!). A questo punto scolate tenendo da parte l'acqua di cottura. Frullate le verdure con una parte del liquido, il basilico e il parmigiano, e aggiungete liquido fin quando non otterrete una crema né troppo densa né troppo liquida.
Una volta distribuita nei piatti, aggiungete una manciata di pepe se vi piace e un filo di olio evo a crudo.
Semplicissima vero?! Ma è così buona... :)

mercoledì 21 dicembre 2011

In gran segreto... i passatelli!


Ci ho pensato molto prima di pubblicare questa ricetta... perché quando si possiede il segreto dei passatelli emiliani, non si è ben disposti a divulgarlo con tanta facilità. Sono una di quelle magie che -quando riescono- ti fanno sentire davvero una Cuoca con la C maiuscola. Ma fa freddo, e un buon brodo è l'ideale per riscaldarsi, quindi sarò magnanima.
Per chi di voi non li conoscesse, i passatelli sono una tipica ricetta dell'Emilia Romagna. Come per la maggior parte delle cose che provengono da quella regione, gli emiliani dicono che è una ricetta tipica emiliana, i romagnoli che è una tipica ricetta romagnola. Quel che so io è che la versione migliore mi è venuta con un pane fatto apposta per i passatelli che mi è stato portato da amici ferraresi, e che la ricetta migliore me l'ha data quello che potrei definire "mio suocero" che è di Forlì. Comunque: sono una pasta fresca all'uovo e parmigiano di una bontà e consistenza commoventi, che si usa soprattutto nel brodo (vegetale o di carne, come preferite). So che vengono conditi anche con il pomodoro o il pesce (ricetta che credo sia dello chef Bruno Barbieri), ma ancora non ho provato queste versioni. La forma che vedete nella foto è stata data con uno schiacciapatate con i fori un po' più larghi: si vendono proprio degli schiacciapatate con il dischetto con i fori intercambiabile apposta per fare i passatelli (lo strumento tradizionale per i passatelli è raro da trovare e non è altrettanto comodo, ma lo vendono online sul sito rigobellostore.com).
Spero che vi riescano perché danno davvero molta soddisfazione, a chi li prepara e al palato!

Passatelli (emiliani?)

(per due)
-due uova
-70 gr di pangrattato
-70 gr di parmigiano
-la buccia grattugiata di mezzo limone
-un pizzico di noce moscata (meglio se appena grattugiata)

Dovete semplicemente lavorare insieme tutti questi ingredienti con le mani -o in una ciotola o su una tavola- fino ad ottenere una palla di pasta che non si attacchi più alle dita, della consistenza della pasta frolla per intenderci. Se la pasta vi sembra un po' troppo "molliccia" niente paura, aggiungete mano a mano in egual misura pangrattato e parmigiano, fino ad ottenere una consistenza un po' più "solida".
Ora schiacciate la pasta o con il ferro per i passatelli sopra citato o nello schiacciapatate usando il disco con i fori larghi. Tagliate mano a mano i "vermicelli" che usciranno ad una lunghezza di circa 5 cm (o comunque come preferite voi). Poi cuoceteli nel brodo per almeno 3 minuti e... godeteveli!

lunedì 19 dicembre 2011

La ricetta dopo il week-end: Crema di lenticchie


Non storcete il naso perché le creme di legumi e/o verdure possono diventare un piatto appetitoso che ci consola sotto le coperte. Ammettiamolo: fa freddo. E in queste tristi giornate di gelo (tristi almeno per me) non c'è niente di meglio di una squisita cremina calda e rigeneratrice. E a questo punto va aperto il capitolo "creme". Qualunque sia l'ingrediente principale, si fanno più o meno tutte allo stesso modo: soffritto-scaraventare in pentola ingredienti-coprirli d'acqua fino a cottura-frullare-condire-voilà. A volte non c'è neanche bisogno del soffritto. E per me sono state un'ottima soluzione per imparare a mangiare legumi che ritenevo poco invitanti come i fagioli. Per questa ricetta ho usato le lenticchie rosse, non solo per questioni estetiche (hanno un colore arancione acceso bellissimo!) ma anche perché hanno una cottura più rapida e non hanno bisogno di ammollo (che -diciamolo- è la parte noiosa che ci fa desistere dal cimentarci con le ricette che prevedono legumi secchi).

Crema di lenticchie (rosse)

(per due)
-olio evo
-due piccoli scalogni (o cipolle)
-una carota (se ce l'avete, se no non è necessaria)
-qualche "ago" di rosmarino (idem come per la carota)
-250 gr di lenticchie rosse (vengono porzioni abbondanti, se volete riducete a 200 gr)
-quattro cucchiai di polpa di pomodoro
-sale q.b.
-pepe e prezzemolo se gradite

Mettete a bollire dell'acqua (poco) salata (potete salarla anche dopo). In un'altra pentola dai bordi alti fate soffriggere gli scalogni (o le cipolle) e la carota ridotti in piccoli pezzi. Quando lo scalogno inizia a dorare aggiungete le lenticchie e il rosmarino se volete. Lasciar insaporire per un minuto e poi versare l'acqua bollente in modo che superi di non più di un dito le lenticchie (e salate -poco- se non avevate già salato precedentemente l'acqua). Aggiungete il pomodoro e lasciate cuocere per una ventina di minuti circa (la confezione delle lenticchie dovrebbe riportare il tempo di cottura, comunque devono risultare morbide).
Una volta cotte, scolare le lenticchie ma conservando il liquido di cottura. Ora frullate (con frullatore, robottino, etc.) le lenticchie con un po' del liquido, e aggiungete liquido fino a quando non otterrete una crema densa, non troppo liquida. Completate i piatti con un filo d'olio evo, e se vi piace con un po' di pepe e/o del prezzemolo tritato.

Buon appetito!

sabato 17 dicembre 2011

Torta di mele senza burro


Questa è la classica ricetta della mamma. E, come tale, la riuscita è praticamente assicurata. E' stata il mio primo esperimento con il nuovo forno (vedi post del 12 dicembre) e non ero affatto sicura della riuscita... invece è venuta fuori questa golosità soffice e leggera dalla preparazione facile e rapida che, come per magia, assomigliava davvero a quella della mamma! Oltretutto ha il vantaggio di non contenere burro ma... ovviamente ci sono ben tre uova e la parte "oleosa" viene sostituita dall'olio di semi... però vi assicuro che risulta molto più leggera di altre versioni che ho provato contenenti burro.

Torta di mele senza burro

-tre uova
-farina per dolci (stesso peso delle uova)
-zucchero (stesso peso di uova e farina)
-un bicchiere scarso di olio di semi (io ho usato un bicchiere di carta come dose e l'olio di semi di girasole, ma va bene anche un altro olio di semi)
-la buccia grattugiata di un limone
-una bustina di lievito per dolci
-due o tre mele renette (dipende quanto preferite ricca di mele la vostra torta)
-succo di mezzo limone

Tagliate le mele a fettine e conditele con una spruzzata di limone e un cucchiaio scarso di zucchero.
Rompete tre uova e pesatele. Questo peso dovrà essere lo stesso anche per la farina e lo zucchero. Sbattete le uova con lo zucchero, poi aggiungete la farina, l'olio di semi, la buccia grattugiata del limone e infine la bustina di lievito.
Con un pennello oliate leggermente una teglia per dolci con il bordo alto, poi infarinatela. Versate il composto nella teglia: dovrebbe spandersi con altezza uniforme. Aggiungete le fettine di mela e distribuitele uniformemente nel composto. Se volete cospargete leggermente con un po' di zucchero di canna. Et voilà. Basta mettere in forno preriscaldato a 180° per una quarantina di minuti, o comunque fin quando immergendo uno stecchino nella torta non ne uscirà asciutto (è la famosa "prova dello stecchino"!).
Se vi piace, e se non avete già aggiunto lo zucchero di canna sulla superficie, una volta sfornata e intiepidita potete cospargerla con un po' di zucchero a velo.

E attenzione! Resistete alla tentazione di assaggiarla subito... perché appena uscita dal forno, benché deliziosa, è ustionante!

mercoledì 14 dicembre 2011

Fusilli con pesto di prezzemolo e tonno


Oggi condivido una ricetta che qui a casa mia è ormai diventata un classico, perché è talmente comoda, facile e veloce -e piace sempre a tutti, nessuna eccezione- che è diventata la soluzione per eccelenza quando: a) non si hanno molti ingredenti in casa; b) si ha poca voglia di cucinare; c) si ha voglia comunque di qualcosa da "leccarsi i baffi".
Mi sento quasi di poter dire con certezza: successo assicurato! L'unico problema è che -essendo una ricetta che mi ha insegnato il mio compagno direttamente "sul campo"- l'ho imparata osservando e non leggendola da qualche parte, di conseguenza non conosco le dosi esatte. Però chiunque abbia mai preparato un pesto in vita sua saprà regolarsi, e in fondo il bello di questa ricetta è proprio che -anche variando le dosi- il risultato viene squisito comunque!

Fusilli con pesto di prezzemolo e tonno

(per due)
-tot grammi di fusilli (del tipo che vedete nella foto, non quelli che sembrano bucatini arrotolati!) in base alle vostre "esigenze" (io calcolo sempre sui 90 grammi a persona)
-un mazzetto di prezzemolo fresco
-una fogliolina di menta fresca o un pizzico di quella secca
-una decina di capperi dissalati (poi nell'intruglio non si sentono, non vi preoccupate se non vi piacciono!)
-un cucchiaio di parmigiano (ma potete aumentarlo se dopo il primo assaggio vi sembra che la salsina ne abbia bisogno)
-una ventina di pinoli (idem come sopra)
-olio evo q.b. (inizialmente mettetene un filo; per rendere più cremoso il pesto potete aggiungere la schiumetta bianca della cottura della pasta)
-tonno di buona qualità (quello a trancio intero per intenderci)

Bene: non dovete far altro che scaraventare tutti questi ingredienti -eccetto il tonno mi raccomando!- nel mixer (o frullatore o robottino) e avrete il vostro pesto. Una volta cotta la pasta conditela con il pesto e con il tonno a pezzi NON MINUSCOLI. Mantecate... et voilà! Già fatto!

lunedì 12 dicembre 2011

Filetti di branzino (spigola) su salsa di castagne


Dunque… Ho cambiato il forno. Dopo aver vissuto per più di tre anni con un forno di presunta ottima marca (che eviterò di nominare nella mia magnanimità onde evitare cattiva pubblicità) che dopo cinque –giuro cinque cronometrati- minuti mi bruciava la superficie di ogni ricetta dolce o salata lasciandola cruda all’interno, ora posso finalmente fallire per mia colpa esclusiva.
Ovviamente sono stata presa da rinnovata frenesia culinaria che si era smorzata (quantomeno per quanto riguarda le ricette cotte al forno per l’appunto) a causa del continuo odore di bruciato alternato a cattiva digestione per mancata lievitazione o impasto crudo. E la rinnovata frenesia si è accompagnata al desiderio di condividere tentativi, successi e fallimenti, per dare e ricevere idee e suggerimenti (oltre al dimostrare con immensa soddisfazione al mio incredulo compagno che la colpa era del forno, non mia, e che io SO cucinare).
Non sono uno chef fantasioso e geniale: sono una che cucina. Qualche volta dalle mie mani escono manicaretti prelibati, altre volte mostriciattoli poco accattivanti.
Qui troverete quindi in tutta la loro onestà i miei tentativi di riprodurre quelle ricette che –grazie a foto, ingredienti contenuti, o qualunque altro motivo- mi hanno attirata nel corso di anni in cui ho ritagliato/raccolto/scaricato/stampato/fotocopiato etc. saltellando tra giornali, blog, libri e riviste, o che ho inventato per necessità ispirata dagli ingredienti che mi trovavo a casa in quel momento.
Giuro: vi racconterò anche quando “l’esperimento” non sarà andato troppo bene, così mi potrete dire dove ho sbagliato o come migliorare una ricetta che non mi ha entusiasmato. Citerò –dove sarà possibile- le fonti e come reperirle, così come condividerò il mio entusiasmo per le ricette di un determinato libro o chef, o pubblicizzerò un locale dove ho mangiato particolarmente bene. Il titolo del blog dice abbastanza, no?! Va bene che cucino, però mangio anche!
E, a proposito di blog, sappiate che non ne ho mai avuto uno: avrò dei problemi inizialmente ad orientarmi, spero di migliorare con la “pratica”, quindi accetto suggerimenti anche su questo argomento. Infine, scusate per le foto: fotografare il cibo è un’arte molto alta, che non possiedo per ora. Prometto che chiederò suggerimenti e proverò a migliorare anche in questo.

Dunque, iniziamo alla grande: qui sotto troverete una ricetta ispirata qualche settimana fa dalla rubrica di Vissani sul Venerdì di Repubblica. Scrivo ispirata perché la versione del grande chef era ovviamente un “pochino” più elaborata, e io l’ho semplificata e modificata adattandola agli ingredienti che avevo in quel momento disponibili. La ricetta prevedeva del pesce crudo, ma non avendo l’abbattitore io ho cotto i filetti al vapore. Comunque l’abbinamento, neanche a dirlo, è perfetto, o Vissani non sarebbe Vissani, e il procedimento per la salsa non è così complicato, semmai un po’ noiosetto per la bollitura e sbucciatura delle castagne… però c’è un’alternativa: nei supermercati più forniti si trovano castagne già lessate e sbucciate sotto vuoto che basta schiaffare 5 minuti in acqua bollente! Non le ho provate per questa ricetta ma in altre occasioni, e credo proprio che potrebbero andar bene comunque.

Filetti di branzino (o spigola che dir si voglia) su salsa di castagne

 (per due)
-filetti di branzino
-40 gr di castagne lessate
-uno scalogno
-aglio
-alloro (io però avevo il rosmarino)
-25 cl di brodo vegetale
-olio evo

Per la salsa, fate dorare lo scalogno tritato in un filo di olio evo, con uno spicchio d’aglio e l’alloro. Aggiungete le castagne lessate, sbucciate e sbriciolate, lasciate insaporire per qualche minuto, poi aggiungere il brodo. Portate a bollore, togliete l’aglio e l’alloro, e passate nel mixer (nel frullatore, nel robottino, insomma, quello che avete per “cremizzare” il cibo). A questo punto versate un po’ di salsa nel piatto, e sulla salsa adagiate i filetti di branzino che nel frattempo avrete cotto con pochissimo sale e pepe con un metodo leggero come il vapore, e completare con un filo d’olio evo.

Buon appetito!